Un’attenta analisi legale e a livello di privacy ha messo in luce diversi aspetti del nuovo regolamento che potrebbe mandare in pensione gran parte della normativa sulla privacy esistente.
Il GDPR non ammette proroghe, ripensamenti o altre manipolazioni ‘territoriali’ a livello di entrata in vigore. Ogni stato membro europeo dovrà attenersi strettamente al dettato del regolamento che, in quanto tale, già ha definito le linee guida di intervento anche a livello sanzionatorio.
Un problema che potrebbe impattare sul GDPR è quello legato all’applicazione della nuova normativa in ambito Infrastruttura IT: aspetti critici e opportunità per il business delle imprese.
Questi temi sono stati affrontati e discussi dal docente Francesco Maria Pizzetti e dall’ex presidente del Garante, i quali hanno messo fine a un concetto, forse fin troppo italiano, quello della proroga di una normativa che è già entrata in vigore e dal 25 maggio 2018.
Chi sarà trovato impreparato o non compatibile con la normativa europea, sarà sanzionato pesantemente. Insomma, dal Codice sulla privacy al GDPR il passo è significativo. E non si scherza con la normativa europa che di fatto falcerà ogni normativa italiana in merito alla protezione dei dati.